IL NOSTRO PROGRAMMA
LE RIEVOCAZIONI E IL GRUPPO STORICO
Dove possibile, e solo dove possibile, senza mettere in difficoltà i rapaci e puntando sul benessere loro si effettuano anche attività di volo, in questo caso vengono valutati spazi, temperature, pubblico, presenza di altri animali e altro ancora di volta in volta e caso per caso.
L’esibizione di volo consiste in rappresentazioni pratiche di predazione su esche meccaniche ed animate, rievocando LA CACCIA NEL MEDIOEVO CON CANI E FALCHI.
Il Circolo è stato il primo a dettare le prime vere linee guida per i rievocatori storici di falconeria, anche attraverso riviste e libri di settore come attestato nei quaderni storici del Canavese o nelle riviste Rievocare e Medioevo. Gli studi sono stati portati avanti da un “figlio d’arte” il dottor Fabrizio Piazza, che per la prima volta, a 18 anni, ha partecipato al Palio dei Normanni di Piazza Armerina(EN) sua città natale per poi proseguire studiando le rievocazioni e la falconeria storica, rimanendo così legato al periodo Normanno/Svevo, spingendosi a conoscere fino in fondo tale pratica andando a cacciare con falconi, astori, aquile reali in regola con le leggi vigenti. Il gruppo storico FALCONERIA MAESTRA quando partecipa a giornate medievali si integra con gli altri gruppi di rievocazione dissociandosi da qualsiasi tipo di esibizionismo in calzamaglia che viene chiamato per l’occasione per far divertire il pubblico con caroselli che tante volte di storico non hanno nulla e ridicolizzano un arte.
Non sono consentiti per etica e ricostruzione storica i voli tra le gambe e braccia degli spettatori fatti con LE POIANE DI HARRIS SICURAMENTE BEN ADDESTRATE, ma che nulla hanno a che vedere con le rievocazioni storiche, che invece dovrebbero presentare, come del resto fa il Circolo, L’ADDESTRAMENTO DEI FALCONI ALL’ARTE DELLA FALCONERIA.
Esempio di programma
- Mattina
Esposizione rapaci da Falconeria, gli esemplari esposti sono tratti dal manoscritto di Federico II di Svevia il “De arte venandi cum avibus” e da altri scritti e miniature antichi sull’arte della Falconeria:
dal falco pellegrino del nord Italia utilizzato dai normanni a quello meridionale incontrato in terre di Sicilia e Calabria, dal falco Sacro mongolo a quello arabo, da quelli catturati dai falconieri federiciani durante le migrazioni a quelli utilizzati dai falconieri arabi che insegnarono al nobile Federico, a nove anni presso la corte di Palermo l’antica arte della Falconeria, il falco Lanario utilizzato da dame e giovani principi, l’Astore europeo che catturavano nelle alpi o proveniente dall’Asia, tanto amato da Gengis Kan, l’Aquila reale posseduta solo da re e imperatori, il Gufo reale utilizzato, un tempo, per catturare i falchi di passo da impiegare poi per la caccia, e altro.
Dove richiesto la possibilità di portare meravigliosi ibridi di Girfalco bianco d’Islanda che sono le copie dei falchi utilizzati dai re in passato.
I rapaci vengono esposti all’interno di un grande velario con posatoi idonei, all’ombra e controllati dai rievocatori falconieri in numero adeguato al numero di animali.
La partecipazione agli accampamenti medievali avviene con propria tenda, velari e pertiche per completare ancora meglio l’esposizione delle varie attività in accampamento con didattica del caso.
- Pomeriggio
L’amore dei 300 re:
Viaggio nel mondo di Federico … “dell’ammaestrar potenti falconi all’arte della caccia” …….
Dall’addestramento al pugno e al logoro in filagna fino al volo in piena libertà con simulazione di caccia su esche di cuoio, dalla traina al logoro, con spiegazione didattica durante l’esibizione e abiti del periodo.
SE LA MANIFESTAZIONE COMPRENDE UN CORTEO STORICO IL GRUPPO PARTECIPA AL CORTEO CON LE VARIE FIGURE STORICHE RICHIESTE CHE SONO:
l’astoriere, l’aquiliere, lo strozziere, il gabbiere, il canettiere, il gufiere, il puntore, la dama col falcone, la dama bianca, e altre figure inerenti la ricostruzione.
Un altro particolare legato alle mie origini è il vessillo di “Maria SS. Delle Vittorie” portato dal nobile Ruggero il normanno nel liberare la Sicilia dalla tirannide saracena, lo stesso oggi adorna i cappucci dei miei rapaci.
FEDERICO II E LA FALCONERIA
Nipote di Federico Barbarossa, Federico II fu considerato da alcuni una “meraviglia del mondo” ossia “stupor mundi”, per altri fu invece l’Anticristo, pensate che più avanti anche lui in una sua frase recita ….. “ prima di me solo Cristo” (rifacendosi anche alla sua data di nascita), e per altri ancora il Messia venuto a riportare l’ordine di Dio sulla Terra.
Federico nacque il 26 dicembre 1194 a Jesi, nelle Marche, dall’imperatore Enrico VI di Svevia e da Costanza d’Altavilla, pensate che l’imperatrice mise al mondo il suo primo e unico figlio sotto un tendone appositamente eretto nella piazza del mercato di Iesi il giorno di S. Stefano.
Federico trascorse la sua infanzia presso la corte di Palermo dove iniziò a praticare e a conoscere l’arte della Falconeria che sarebbe poi diventata fulcro importante della sua vita.
Di seguito voglio darvi delle notizie legate a Federico e la Falconeria evitando di descrivere la sua vita, la sua storia, le sue scomuniche, le sue crociate e così via che comunque potete trovare senza nessun problema in altri siti legati a questo grande imperatore.
Federico partecipò alle crociate in modo unico, ossia invece di combattere cercava nuovi stratagemmi di pace, in questo modo si fece molti amici tanto che il 25 luglio 1215 il sultano d’Egitto gli consegnò Gerusalemme, Betlemme, Nazareth e garanzie di movimento per i pellegrini. Durante le trattative si intrattenne in discussioni filosofiche e scientifiche con dotti musulmani, il che gli procurò critiche e accuse di miscredenza e la scomunica.
Il suo contatto con i popoli d’oriente lo portò anche ad approfondire ancora più le conoscenze sulla Falconeria araba, praticata in modo molto più sofisticato rispetto ai popoli occidentali. Basti pensare che l’utilizzo del cappuccio Federico lo apprese proprio in quei posti per poi portarlo in occidente; testimonianza di tale fatto è racchiusa nel manoscritto 1071 dove descrive per la prima volta in Europa il cappuccio e il suo utilizzo.
Sviluppò nel regno una rete di castelli, per esigenze di controllo ma anche per favorire i suoi svaghi, come la caccia: il più celebre è Castel del Monte, presso Bari, dalla singolare pianta ottagonale.
L’imperatore morì mentre cercava di reagire alle disfatte subite in Italia settentrionale a Castel Fiorentino (presso Foggia), il 13 dicembre 1250, pensate che anche la sua morte è avvolta da strani presagi, sembra che una maga aveva predetto a Federico che sarebbe morto in una città col nome di un fiore.
La salma fu portata a Palermo e collocata in un sarcofago di porfido rosso nella cattedrale, così come aveva dettato lui.